di Angelo Balladori

matrix-724496_1280L’ologramma (o “foto olografica”, o “olografia”) è una tecnica fotografica molto particolare che utilizza la luce laser, che ha l’esclusiva prerogativa di essere una luce coerente, cioè “estremamente ordinata, con tutte le sue onde che si muovono allo stesso passo, come soldati in parata”, come la descrive il dottor Richard Gerber nel suo libro Medicina vibrazionale (Lampis Edizioni).

L’ologramma si manifesta in un’immagine tridimensionale, che è il risultato di un procedimento di interferenza di due raggi laser (detti “raggio attivo” e “raggio di riferimento”) attraverso un prisma, come schematizzato di seguito.

ologramma

Tuttavia non è certo questa la singolarità più straordinaria di una foto olografica. C’è ben altro.

Immaginiamo di ritagliare una piccola porzione da una comune foto. Per esempio, con una forbicina da una fototessera ritagliamo… l’occhio sinistro. Che cosa vedremo sulla porzione ritagliata? L’occhio sinistro del soggetto, evidentemente.

Ma se facessimo la stessa cosa con una foto olografica (cioè se dal ritratto del viso ritagliassimo un particolare), sapete che cosa vedremmo nel pezzettino ritagliato? Vedremmo l’intero viso. Proprio così: l’intero viso! Se una foto olografica viene divisa in cento frammenti, in ciascuno di essi sarà visibile l’intera immagine.

Quando scoprii la realtà olografica mi colpì subito quanta verità fosse contenuta in espressioni che sino a quel momento avevo sbrigativamente etichettato come frasi da salotto esoterico per addetti ai lavori: “Il Tutto nell’Uno” (oppure “l’Uno nel Tutto”), “Come in alto, così in basso” e, dulcis in fundo, “La scintilla divina in noi”.

Le menti più geniali della fisica quantistica e post-quantistica, tra i quali Alain Aspect, David Bohm e Karl Pribram, sono in accordo sulla fantastica conclusione che la struttura dell’universo sia olografica. Presso il Fermi National Accelerator Laboratory (Fermilab), vicino Chicago, è in funzione un interferometro olografico, chiamato olometro, che ha appunto la funzione di sondare lo spazio e dimostrarne la struttura olografica.

Come abbiamo visto, nel primo disegno l’universo è rappresentato dall’olografia della mela. Dato che è innegabile che ciascuno di noi “esista nell’universo”, l’inevitabile conclusione è che ciascuno di noi è il pezzettino ritagliato, nel quale tuttavia “esiste” la mela nella sua interezza. Il Tutto nell’Uno, appunto! Sì, proprio così: l’universo esiste in ciascuno di noi! Non ci resta che cercarlo.

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La struttura olografica del Tutto, che taluni rappresentano come una specie di “lattice cosmico” con una trama alveolata a nido d’ape, non è di natura elettromagnetica, come l’aura che ci individualizza, ma appartiene a un’altra realtà dimensionale.

Einstein aveva dimostrato che la massima velocità raggiungibile è quella della luce, che è un fascio di radiazioni elettromagnetiche composta da fotoni (circa 300 mila km al secondo). Naturalmente è verissimo, ma solo nella realtà tridimensionale elettromagnetica, assoggettata sia al tempo che allo spazio. È stato dimostrato che le velocità nella realtà olografica sono di gran lunga maggiori e potremmo tranquillamente identificarle con il nostro concetto di istantaneità.

Quando due persone strettamente legate da parentela (per esempio madre e figlio, oppure due gemelli) o da particolari affinità psichiche hanno la stessa identica percezione nello stesso identico momento – anche se distanti migliaia di chilometri – è in questa realtà, è nel lattice multidimensionale di questo tessuto olografico che avviene istantaneamente lo scambio delle informazioni psichiche tra i due soggetti. Nella realtà olografica (definibile anche “realtà quantica”), nella quale la separazione è un’illusione, il concetto di velocità semplicemente non ha senso: tutto avviene istantaneamente.

È in questa dimensione che si muovono e agiscono le forme pensiero e, per analogia, anche la guarigione a distanza, la preghiera e – perché no? – anche quegli eventi straordinari che definiamo miracoli.

La fisica quantistica ci dice che l’uomo, avendo una struttura olografica, è in permanente comunicazione con il Tutto olografico. Domanda: “Vi sembra irriverente o riduttivo pensare a Dio come al supremo ologramma che tutto pervade – noi compresi?”. Non ci sono più cento immagini di Dio, per le quali darsi battaglia. C’è solo l’Uno. Per comprenderlo non dobbiamo fare altro che liberarci dall’addomesticamento ricevuto e, con pazienza e fiducia, ricostruire le nostre verità dando retta solo al cuore.

Forse non molti voi sanno che eminenti fisici quantistici, del calibro di William Tiller e Stephen Hawking, hanno ipotizzato l’esistenza di ben undici dimensioni. Inoltre il nostro Premio Nobel Carlo Rubbia è giunto alla conclusione che l’energia subatomica ha la stessa qualità dell’energia mentale. Cosa significa tutto questo?

Sono concetti che magari fanno girar un po’ la testa, ma che trovo semplicemente entusiasmanti!

9788895572499Possiamo dire che (forse) si sa da dove l’uomo inizia, ma (certamente) non dove finisce… La strada di Luce che abbiamo dinnanzi sarà colma di fantastiche rivelazioni, non ho dubbi. Man mano che questi aspetti della nostra essenza mi si rivelavano, il mio sentirmi “parte di” si espandeva – ero proprio come un esploratore che, nel suo lungo vagare, a una ennesima svolta del sentiero si trova inaspettatamente di fronte la visione di una nuova terra incantata e senza confini.

Ė chiaro che, una volta penetrati questi misteri, la percezione della mia realtà non aveva più nulla in comune con l’immagine riflessa dallo specchio che, per anni, avevo identificato con il concetto “quello sono io”. Questa nuova visione mutava profondamente il mio rapporto con tutto ciò che era parte del mio quotidiano, inclusi i miei simili.

Inoltre per chi, come me, si occupa di trattamenti olistici, il nuovo paradigma modifica in modo sostanziale anche la qualità del rapporto terapeutico che, dal piano eterico-fisico, lievita immediatamente a livelli più sottili e profondi. “Vivere” il rapporto terapeutico nella consapevolezza della realtà olografica: ecco il nuovo paradigma. Più ne siamo consapevoli, più i nostri trattamenti saranno efficaci e, forse, miracolosi.